L’uomo nuovo secondo Firenze!! Di Carmela Romano

Il V Convegno nazionale e’ terminato. Le Relazioni, gli interventi, gli approfondimenti, ‘i Tavoli’ di condivisione hanno tracciato la fisionomia dell’uomo secondo un umanesimo nuovo. 
Proviamo a domandarci: ‘ma l’uomo del nostro tempo cosa cerca veramente?’ Cerca una misura vera con con la quale confrontarsi? E magari, se la risposta gli appare soddisfacente e’ capace di assumerla nella sua vita? Cosa deve accadere di cosi’ profondamente vero all’uomo contemporaneo, che voracemente consuma tutto, e si trova a dissolversi nelle stesse esperienze che vive, tanto da fargli cambiare direzione, rispetto a quella che percorre?
Proviamo ad entrare nella questione.
Una sola e’ l’esperienza che qualifica l’uomo e che puo’ dargli la capacita’ di ritrovare l’altezza e la profondita’ del suo passaggio sulla terra. L’uomo per vivere non ha solo bisogno di mangiare e di bere. Di divertirsi e di lavorare. Di stringere relazioni affettive durevoli. Non basta neppure piu’ che egli trovi una ragione profonda che lo avvolga e lo motivi. Perche’, molto presto, rischia di essere colpito dalla sindrome della noia e, capita che mentre tutto sembra scorrere lietamente, ad un certo punto, molla tutto! Entra in una profonda crisi. Difficile da affrontareda solo. 
Cosa puo’ e deve fare, perche’ possa conoscere veramente giorni felici? 

Bisogna che l’uomo di oggi si inerpichi nel difficile cammino di una rieducazione totale del suo essere. Provo a dirlo meglio. Deve imperare a vivere la vita come riscoperta di essere una risorsa, un dono. Un valore. L’uomo che scopre questo, si incammina verso un nuovo orizzonte. E lentamente scoprira’ che non puo’ bastare a se stesso. Iniziera’ cosi’ la sua vera avventura! 
Fare esperienza di se’, significhera’, imbattersi nell’esperienza dell’umilta’. Dovra’, l’uomo del nostro tempo riconoscere di essere superbo. ‘Un uomo superbo guarda tutto e tutti dall’alto in basso e se guardi in basso non puoi vedere qualcosa che sta sopra di te” (Sergio Quinzio, 1927-1996, teologo). Solo riconoscendo di essere superbi, e quindi di implorare l’umilta’, egli potra’ guardare cosa lo sovrasta. L’umilta’ e’ la prima delle virtu’ necessarie affinche’ l’uomo scopra la sua vera natura. Vissuta l’esperienza dell’apertura reale al trascendente, egli si accorgera’ della possibilita’ che c’e’ Uno che accade. Qui ed ora. Si accorgera’ che Questi ha il suo stesso volto, la sua stessa storia, la sua stessa passione per la vita. E che non desidera altro che rivelargli la sua eternita’. 
Questo e’ il destino dell’uomo moderno: incontrare il volto di Cristo e questi gli rivelera’ la sua natura divina! L’uomo nuovo, l’umanesimo nuovo, desiderato, implorato dal V Convegno di Firenze, e’ l’uomo rivelato da Cristo!

  

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